P.F. Firenze-Gea Grosseto 58-46
P.F. FIRENZE: Giacomelli, Falchi, Gandolfi 9, Redditi 12, Marconi 4, Zanieri 5, Antonini 5, Nocentini 10, Bellandi 13. All. Montesi.
GEA GROSSETO: Nunziatini 9, Vallini 5, Borellini 8, Emma Bertaccini 4, Perillo 7, Vannozzi, Mery Bertaccini 5, Faragli 8. All. Silvio Andreozzi
ARBITRO: Mattia Parigi di Firenze.
PARZIALI: 13-12, 23-23; 40-27
Terzo quarto fatale per la Gea Basketball Grosseto nella trasferta sul campo della Pallacanestro Femminile Firenze (58-46) nella settima giornata di ritorno del campionato di serie C. Le ragazze di Silvio Andreozzi hanno chiuso in perfetta parità con le avversarie il primo tempo (23-23) ma dopo 76 minuti del terzo periodo hanno fatto registrare un calo di attenzione che ha permesso alle locali di prendere il largo e di passare in vantaggio con un distacco di 13 punti. Nell’ultimo periodo Faragli e compagne hanno cercato di recuperare qualche punto ma alla fine si sono dovute rendere con un passivo di 12 punti. Un vero peccato perché nella prima parte della gara, trascinate da Miriam Perillo, che ha giganteggiato sotto i tabelloni e in attacco, le maremmane sono riuscite a tenere testa alle fiorentine. Un k.o. che va dimenticato velocemente perché sabato in via Austria è in programma un match probabilmente decisivo per i play-off, contro la Pallacanestro Femminile Pisa.
«Le ragazze sono state veramente brave – commenta il coach Silvio Andreozzi – nei primi due quarti, grazie a una difesa fortissima, che ha concesso appena 23 punti. Ottima la prestazione di Perillo, che ha preso il posto di Chiara De Michele. La squadra non ha concesso contropiedi, ha rallentato il gioco. La gara è cambiata nel terzo quarto: due bombe consecutive di Bellandi ci hanno allontanato e non siamo più riusciti a rientrare, perché ci siamo disuniti in attacco. Contro una squadra come Firenze, poi, non ti puoi permettere di sbagliare tiro da sotto come abbiamo fatto noi. Abbiamo perso la gara per aver mollato 3-4 minuti nel terzo quarto e non è bastato riprendersi nell’ultimo».